Il corso

La Regione Emilia-Romagna è impegnata nel percorso che porterà ad una nuova Legge urbanistica regionale i cui capisaldi sono: riduzione/azzeramento del consumo di suolo, e rigenerazione urbana e territoriale, semplificazione degli strumenti e delle procedure, qualità progettuale delle trasformazioni urbane, aggiornata nozione di interesse pubblico, nuova governance del sistema territoriale regionale.

I primi due temi, da soli, impongono forme, contenuti, processi e procedimenti del tutto nuovi alla disciplina urbanistica e conseguentemente alla valutazione dei piani. Si dovrà arrivare ad una analisi diagnostica dei sistemi urbani del tutto nuova e diversa da quella precedente e ad una prassi che non potrà più essere quella di una conformatività delle previsioni urbanistiche decisa a priori, ma che dovrà approdare alla conformatività urbanistica ad esito di un processo (questo sì) predeterminato dal Piano. Ancor più di prima la definizione dell'interesse pubblico (sotteso ed intrinseco al Piano) dovrà essere identificato nella fase della valutazione di sostenibilità ambientale e territoriale delle trasformazioni su cui interviene il Piano. D'altro canto la capacità valutativa degli attori pubblici sarà sempre più connotata dalla necessità di possedere competenze economico-finanziarie-fiscali, sia sul lato della valutazione fisico-edilizia e funzionale, sia sul lato degli esiti sociali delle trasformazioni che, infine, sul lato delle prestazioni e della qualità delle reti, delle dotazioni, delle infrastrutture e degli spazi della città pubblica.

Prioritariamente è dunque assolutamente necessario operare un aggiornamento tecnico e culturale della valutazione strategica dei piani che abbia come campo di azione non più l'espansione urbana ma la sua rigenerazione. In secondo luogo è necessario acquisire al bagaglio tecnico di chi opera in urbanistica nuove competenze sul lato della valutazione economico-sociale delle trasformazioni, capacità promozionali dei processi di rigenerazione urbana, competenze nel gestire complesse fasi partecipative che coinvolgono tutti gli attori coinvolti nel processo.

In buona sostanza si tratta di attrezzare un nuovo profilo tecnico della pubblica amministrazione che non si limiti più a controllare la conformità delle trasformazioni a valle del Piano, ma che sia capace, nel farsi del Piano, di gestire processi che danno conformazione giuridica alle trasformazioni possibili ad esito di una negoziazione fra tutti gli interessi, pubblici e privati, che ne sono coinvolti.

Per questo è stato progettato per l'anno 2017 un secondo momento formativo rivolto sempre ai tecnici della pubblica amministrazione, sulla “valutazione socialedella rigenerazione urbana per il quale sono stati coinvolti  esperti, professionisti, docenti, ai quali viene chiesto un contributo di riflessione e proposta sull'argomento, quello della “riflessione”, “dell'apertura degli sguardi” della P.A., ma anche per dare forma alle prime ipotesi per la formazione di nuove figure professionali ”dalla parte della Pubblica Amministrazione” in grado di impostare, valutare e, in prospettiva, gestire processi di rigenerazione urbana centrati sugli aspetto sociali e sui rapporti umani di comunità.

Con “città umana”, si intende una città in grado di coniugare sviluppo e coesione sociale, attraverso la capacità di esprimere governance democratica.

Le città si stanno misurando con la complessità di dover creare opportunità economiche in un clima di accesa competizione, di contrazione del mercato e di risorse ridotte. In questo quadro l’”innovazione sociale” può giocare un ruolo nell’aiutare a rinvigorire le economie locali e la coesione sociale.

Ma innovazione sociale implica governance democratica, ovvero l’identificazione di nuove forme di partecipazione politica, capaci di tradurre i bisogni dei cittadini in politiche e azioni: rendendo quanto più inclusivo possibile il processo decisionale anche utilizzando le nuove tecnologie e non trascurando la sostanziale debolezza dei processi democratici e sulla deriva post-democratica, propria dei regimi oligarchici, che talvolta assumono le reti il cui processo decisionale passa esclusivamente, o pressoché esclusivamente con l’utilizzo delle nuove tecnologie.

Un’altra questione è quella relativa alla coesione sociale che inerisce al bisogno di neutralizzare gli elementi disgregativi emergenti dalla condizione post-moderna, quali la frammentazione l’individualizzazione e, in maniera ancora più significativa, la crescita delle ineguaglianze, la polarizzazione sociale, la marginalizzazione e l’esclusione.

In contrasto con questi processi disgreganti, nel corso si esamineranno quelle pratiche emergenti di “innovazione sociale” che mirano a ricreare relazioni socio-spaziali ricucendo un tessuto umano e sociale, e ad attivare e responsabilizzare gli individui e le comunità.

Gli attori che interagiscono in un processo di rigenerazione urbana sono il Pubblico, a cui è sempre ecomunque affidata la regia del processo, il Privato economico e il Privato collettivo. Ciascuno di essi è portatore d'interessi specifici legittimi, talvolta contrastanti, che devono essere armonizzati.

Tutto, dall'individuazione dell'interesse generale, alla definizione della “vocazione” e del ruolo strategico della città o di un'area, fino alla decisione circa la fattibilità dei progetti e alla loro effettiva “urbanità” e “vivibilità”, fa parte di un processo nel quale, a vari livelli e con differenti responsabilità, devono necessariamente partecipare tutti e tre i soggetti per arrivare alla ratifica istituzionale (il piano-progetto della rigenerazione urbana) che ha tante più possibilità di successo (di fattibilità) quanto più è basata su un progetto realmente condiviso.

Solo attraverso questo processo sarà anche possibile risolvere un conflitto che è sempre latente e può assumere, in presenza di problemi sociali non risolti, i caratteri di un vero e proprio scontro sociale tendente e contrapporre la cultura dell'innovazione a quella dei diritti.

Questa contrapposizione è un freno per la rigenerazione urbana e il conflitto che ne deriva, se non espresso nel quadro d'interessi generali condivisi a monte, assume spesso aspetti paralizzanti e regressivi.

Il conflitto va governato e, in tal modo, può anche rivelarsi virtuoso e migliorare il piano-progetto della città.

In particolare, i cittadini residenti, largamente coincidenti con il sistema proprietario della città, e tutti coloro che vivono nella città, anche temporaneamente (lavoratori, studenti, fruitori culturali o del tempo libero, ecc.) costituiscono il privato collettivo che interviene con legittime finalità sociali nei processi di trasformazione urbana.

È condizione necessaria per il perseguimento di una buona qualità urbana che gli interessi del privato collettivo non vadano solo raccolti e registrati, ma anche coinvolti e facilitati, attraverso la più ampia informazione preventiva e un confronto che renda chiare i benefici, le intenzioni degli altri attori e le condizioni reali nelle quali si svilupperanno i programmi del piano-progetto della RU.

È inoltre opportuno identificare con maggiore precisione e ampiezza i soggetti rappresentativi degli interessi legittimi con i quali avviare il rapporto e definire meglio modalità, strumenti, percorsi e tempi della rappresentazione degli interessi sociali.

Struttura del corso
Modulo 1°- Riflessioni
Giovedì 14 dicembre 2017Giovedì 11 gennaio 2018
  • Politiche urbane per l’inclusione con un focus sui migranti Carlotta FIORETTI

Giovedì 18 gennaio 2018

Giovedì 25 gennaio 2018

  • Le Co-Città (PDF - 7.1 MB) Chiara Prevete (in sostituzione a "Il paradigma della città collaborativa: una regia per l’innovazione sociale e la rigenerazione urbana" Christian IAIONE)
Giovedì 1 febbraio 2018

Giovedì 8 febbraio 2018

Modulo 2 - Casi studio e esperienze rilevanti

Il modulo è dedicato alla presentazione di casi nei quali in tutto o in parte è possibile ravvisare le componenti del processo di rigenerazione urbana presentati nel Modulo 1. I casi, che in maggioranza riguardano interventi concretamente realizzati, comprendono, per quanto possibile, i risultati degli eventuali monitoraggi e comunque una riflessione sugli esiti rispetto alle intenzioni.

Giovedì 15 febbraio 2018

  • Un'inedita alleanza tra un quartiere, la sua scuola e un collettivo di urbaniste: il caso del rione storico di San Donato - Valentina Talu, Talamacà
  • Contratto di quartiere II Verona - Antonia De Vita, Università di Verona

Giovedì 8 marzo 2018

Giovedì 15 marzo 2018 (mattina 10.00-14.00; 9,30 registrazione partecipanti)

Modulo 3 - Laboratorio di applicazione sperimentale sulla rigenerazione urbana

Giornate: 12 e 17 aprile 2018

Il modulo ha lo scopo di mettere a punto su un caso locale le proposte metodologiche e gli strumenti forniti nel primo modulo e quelle utilizzate nelle esperienze presentate nel secondo modulo.

Video delle lezioni

Le lezioni relative alle giornate formative possono essere riviste nel Canale youtube del corso "la dimensione sociale della rigenerazione urbana".

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