Paesaggi degradati e compromessi
Il seminario svoltosi in data 21 settembre 2012 ha trattato la tematica dei paesaggi degradati e compromessi divulgando l’esito del progetto di consulenza elaborato dal DAPT (Dipartimento di Architettura e Pianificazione Territoriale) dell’Alma Mater Studiorum- Università di Bologna- Facoltà di Ingegneria a cura degli ingg. Simona Tondelli ed Elisa Conticelli. Questo studio si inquadra nell’ambito dell’adeguamento del Piano Territoriale Paesaggistico regionale al Codice dei Beni culturali e del Paesaggio.
Attraverso l’interpretazione delle dinamiche territoriali del territorio regionale è stato ricostruito un quadro delle trasformazioni che maggiormente hanno contribuito a trasformare i paesaggi regionali e in cui si possono ricercare possibili evoluzioni nelle forme di degrado e/o compromissione paesaggistica che lo studio sintetizza in quattro tipologie (inserimento puntuale, frammentazione, riduzione e progressiva eliminazione o perdita di valori). La ricerca del DAPT vuole essere un primo contributo per la lettura e l’interpretazione dei paesaggi regionali sulla base del quale gli enti locali potranno confrontarsi nell’impostare le proprie politiche di governo del territorio al fine di mettere in atto azioni di prevenzione da fenomeni di degrado e compromissione paesaggistica ed attivare progetti efficaci di riqualificazione e di valorizzazione dei paesaggi locali.
Il seminario ha previsto anche altri due interventi che contribuiscono a completare e a dare chiarimenti a quanto illustrato nello studio DAPT . Il prof. Guido Ferrara, già direttore scientifico della rivista Architettura del paesaggio e per molti anni docente in materia di pianificazione alla Facoltà di Architettura dell’Università degli studi di Firenze, ha focalizzato nel suo intervento elementi importanti di riflessione e discussione per la tematica oggetto del seminario,. mentre l’arch. Barbara Marangoni, consulente regionale che ha elaborato diversi studi e ricerche per l’adeguamento del Piano Paesaggistico, ha illustrato una ipotesi di definizione di ambiti paesaggistici a cui ha fatto riferimento lo studio DAPT.