Il suolo è riconosciuto come bene comune, risorsa non rinnovabile, anche in funzione della prevenzione del dissesto e della mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici. Obiettivo primario diventa quello del saldo zero del consumo di suolo entro il 2050.

I Piani possono prevedere solo un massimo del 3% della superficie del territorio urbanizzato al 2018 per trasformazioni escludendo quelle residenziali.

Obiettivo prioritario della pianificazione urbanistica è la rigenerazione della città esistente. Si persegue un miglioramento della qualità urbana attraverso l’incremento della resilienza della struttura insediativa e sociale. Le parole d’ordine del Piano, che supera le logiche di settore, diventano: vivibilità e comfort urbano, qualità di spazi e dotazioni pubbliche, diritto alla casa, socialità e inclusione, economia circolare, efficienza energetica, sicurezza sismica, idrogeologica.

La crisi climatica è una delle principali sfide del piano: da una parte è necessario mettere in campo azioni mitigazione per salvaguardare alcuni sistemi e strutture consolidate, ma è altrettanto necessario traguardare scenari sostenibili di trasformazione che conducano a nuovi paesaggi urbani e rurali, naturali che si adattano al clima che cambia.

Supporta questi obiettivi la pianificazione strategica in infrastrutture verdi e blu, attraverso la produzione di svariati servizi ecosistemici. Le soluzioni basate sulla natura rappresentano un approccio sostenibile ed efficace, anche a lungo temine, per coniugare obiettivi paesaggistico ambientali con quelli di sicurezza e resilienza territoriale. Le reti ecosistemiche territoriali si integrano in area urbana, con le attrezzature e gli spazi pubblici, nella loro nuova vocazione multi-prestazionale, e possono contribuire significativamente a incrementare la resilienza, diventando strumenti attivi per ridurre gli effetti dei cambiamenti climatici nelle città (allagamenti, isola di calore, notti tropicali, innalzamento del livello del mare, ecc.).

Il Piano ha l'obiettivo di tutelare, gestire e valorizzare le risorse paesaggistico ambientali del territorio regionale, di preservare gli habitat e la biodiversità. Promuove inoltre il riconoscimento, la salvaguardia e il rafforzamento dei servizi ecosistemici forniti sia dagli ambienti naturali e seminaturali che in ambito urbano, per i benefici che forniscono alla collettività e per sviluppare scenari di sostenibilità e riduzione delle vulnerabilità perseguendo la necessaria perequazione fra i differenti contesti e territori.

Nuovo focus del Piano è definire le risposte per le dotazioni territoriali rispetto ai fabbisogni della  comunità locale, sotto molteplici profili: miglioramento della vivibilità dei sistemi insediativi e  della qualità urbana ed edilizia; mantenimento e miglioramento dello stato sociale, riduzione delle diseguaglianze e soddisfacimento del diritto all'abitazione; attrattività e competitività di un rinnovato sviluppo economico; coesione territoriale; tutela e  valorizzazione dei servizi ecosistemici per la sostenibilità  ambientale.

La pianificazione contribuisce all’attrattività del sistema regionale e dei sistemi locali, per lo sviluppo, l’innovazione e la competitività delle attività produttive e terziarie. Le città si devono misurare con la sfida di creare nuove opportunità economiche in un mercato in contrazione e con risorse ridotte. La Strategia del Piano, a partire dai valori e dalle filiere territoriali, sostiene le attività produttive ed economiche che riconoscono la sostenibilità ambientale come elemento di sviluppo e competitività.