28. Lavorieri di Valle Nuova

L'attrezzatura per la pesca in valle, elaborata da un'esperien­za di secoli. Le linee bianche, che sembrano disegnare punte di freccia, sono i profili affioranti dei «lavorieri». Le loro direzioni, e quelle dei canali, convergono verso un punto a destra, poco oltre il margine della fotografia: qui viene aperta, in autunno, la comunicazione col mare. Dal resto della laguna, i pesci accorrono al richiamo del mare: le pareti dei lavorieri, fatte di rete, li guidano verso il «pizzo», vertice dell'angolo. Superato il primo vertice, aperto a tutti, i pesci si affollano in un bacino di raccolta, da cui è difficile tornare indietro. Il secondo vertice è chiuso per i cefali, più grandi, che qui vengono pescati; al terzo vertice vengono raccolte le anguille. Sull'argine tra i due lavorieri sorge il Casone di Valle Nuova, base per i pescatori e magazzino per gli attrezzi. Presso la casa, a destra, si vedono tre «bòlaghe», grosse ceste per conservare le anguille nell'acqua. Questo labirinto di canali è l'estremità nordorientale delle Valli Benuzzi. Foto scattata dall'aereo. «Valle•(da «vallum•) localmente vuol dire «specchio d'acqua, dolce o salata, con basso fondale, più o meno interamente circondato da argini•. Questa è una «valle salsa•: il mare vi entra con l'alta marea attraverso la Sacca di Gora e l'ultimo tratto del Po di Volano. Dal Po di Volano può entrare anche acqua dolce: aprendo o chiudendo al momento giusto le «chiaviche» (saracinesche) si può regolare la salinità dell'acqua (e la temperatura); manovra fon­damentale delle «valli da pesca>.

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ultima modifica 2014-07-02T18:07:00+02:00
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