4. Alta valle del Parma

La forma di questa conca, le sue pareti ripide, le rocce levigate fanno sospettare la sua origine: era il circo terminale di un ghiacciaio nell'Età Glaciale. Oggi, in alto, il circo è rivestito da una prateria di mirtilli; più in basso, vediamo affiorare dal prato righe parallele di rocce: sono le testate degli strati di arenaria che, alternandosi con più tenere argil­le, costituiscono la formazione chiamata «Macigno». Sotto i 1600 metri si stende su tutti i dossi una fitta foresta di faggi. Nel punto più basso della conca si raccoglie l'acqua del Lago Santo, trattenuta da un gradino roccioso. Dall'angolo a destra esce l'emissario che, unendosi con altri due ruscelli, forma il Torrente Parma. In fondo si vede l'inizio della Val Parma: sfuma nella foschia che, come spesso accade, si addensa verso la pianura. Foto scattata dal crinale dell'Appennino, tra Monte Aquila e Monte Marmagna, guardando verso Nordest(dietro le spalle, la Toscana). Qui era il bacino di alimentazione del maggior ghiacciaio dell'Appennino Settentrionale, nell'Età Glaciale. Poche sono le tracce di ghiacciai in Emlia-Romagna. Il Macigno costituisce gran parte dell'Alto Appennino tosco-emiliano. Si è formato nell'Oligocene (Terziario antico) per deposito di correnti torbide sul fondo del mare: la gravità ha separato la sabbia (arenaria) dall'argilla più fine. Il Lago Santo Parmense (per distinguerlo dal Lago Santo Modenese) è il maggior lago dell'Appennino.

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ultima modifica 2014-07-01T17:06:00+02:00
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