1O. Media valle del Secchia

Il fiume che si vede serpeggiare a destra, diviso in molti rigagnoli, nel largo letto colmato dai propri sedimenti, è il Secchia. La sua valle si apre fra pareti di roccia chiara, che sembrano tagliate di fresco invece che lentamente scavate in centinaia di migliaia di anni. Sono queste le rocce più antiche visibili nell'Appennino Settentrionale: sono gessi e calcari dolomitici, depositatisi sul fondo di un antichissimo mare, saturo di sali. Sopra, verso sinistra, la distesa pianeggiante con prati e boschi è costituita dalle argille scagliose, che ricoprono i gessi. Ancora sopra, il blocco della Pietra di Bismàntova, depositatosi sopra le argille. Al centro, più lontano, il Monte Fòsola, della stessa roccia di cui è fatta la Pietra. Foto scattata dalla strada Busana-Ligonchio, al secondo tornante. Il Secchia è uno dei più lunghi tra i corsi d'acqua della Regione (secondo, dopo il Reno); in questo tratto è diretto quasi da Ovest a Est, allontanandosi dalla direzione prevalente Sudovest-Nordest. Il largo greto in cui il fiume serpeggia in rivoli che si dividono e si ricongiungono è indizio di intensa attivita erosiva. Le rocce del fondovalle sono le Evaporiti del Trias (derivate da evaporazione o soprasaturazione di acqua salata, 170 milioni di anni fa); nell'Appennino Settentrionale si vedono solo qui, ma è da ritenere che si trovino dappertutto sotto le altre rocce più recenti.

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ultima modifica 2014-07-01T18:33:00+02:00
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