PIANIFICAZIONE COMMERCIALE: sono legittimi e non presentano alcuna incompatibilità con la normativa sopravvenuta in materia di liberalizzazione del mercato dei servizi (direttiva Bolkestein), i limiti imposti dagli atti di pianificazione urbanistica all'insediamento di strutture commerciali, che siano correlati e proporzionati a effettive esigenze di tutela dell’ambiente urbano o afferenti all’ordinato assetto del territorio, sotto il profilo della viabilità, della necessaria dotazione di standard o di altre opere pubbliche, e che tengano conto del diverso carico urbanistico che deriva in misura determinante dal settore merceologico dell'attività svolta.
Archivio sentenze
Questa sezione è dedicata alla giurisprudenza riguardante l’applicazione della normativa regionale in materia di governo del territorio. La banca dati delle sentenze, accessibile a chiunque vi abbia interesse, viene periodicamente aggiornata con le ultime e più rilevanti pronunce giurisprudenziali. Le principali sentenze, raccolte in ordine cronologico decrescente, possono essere consultate anche in nota agli articoli delle leggi regionali in materia. Per maggiori informazioni consulta la pagina guida alla ricerca.
Il vincolo a verde privato deve considerarsi appartenere alla categoria dei vincoli conformativi, in quanto deve farsi rientrare tra quelle prescrizioni che regolano la proprietà privata alla realizzazione di obiettivi generali di pianificazione del territorio ai quali non può attribuirsi una natura ablatoria e/o sostanzialmente espropriativa. Ciò vale anche nel caso in cui detta destinazione a verde privato sia impressa a seguito della scadenza di un vincolo preordinato all’esproprio.
In merito alla proroga dei termini di inizio e fine lavori di cui all’art. 55, comma 2, della L.R. n. 15 del 2013
L’obbligo di alimentare impianti da biomasse, nella misura minima del 40 per cento con prodotti da “filiera corta”, cioè con prodotto agricoli provenienti da un’area contenuta entro 70 chilometri dall’impianto contrasta con l’art. 12 del d.lgs. n. 387 del 2003 che, nell’ammettere taluni limiti alla localizzazione di tali impianti in zona agricola, richiede che gli stessi siano riferiti all’esigenza di preservare il corretto inserimento degli impianti nel paesaggio e a prevenire il danno che potrebbe venire inferto all’ambiente e all’agricoltura di pregio.
Anche l’intervento di demolizione con ricostruzione con riduzione di volume è riconducibile alla fattispecie della ristrutturazione edilizia. Infatti dall’esame dell’evoluzione della nozione di ristrutturazione emerge con evidenza l’intento del legislatore di impedire soltanto aumenti della complessiva cubatura degli edifici esistenti, ma non la diminuzione della stessa.
Nel procedimento di autorizzazione paesaggistica (art. 146 D.Lgs. n. 42/2004), il parere vincolante della Soprintendenza, se negativo, non solo deve essere puntualmente motivato, ma deve anche indicare quale tipo di accorgimento tecnico o, al limite di modifica progettuale, potrebbe far conseguire l’autorizzazione paesaggistica (c.d. dissenso costruttivo)
In merito all’iter di formazione degli “accordi territoriali” e alla partecipazione di soggetti privati che possano subire pregiudizio dalle stipulande intese tra Amministrazioni pubbliche (art. 15 della L.R. n. 20 del 2000)
Annulla precedente decisione della Corte dei Conti Emilia-Romagna, sez. giurisdizionale, sentenza n. 1 del 12/01/2012 (riportata in questa rassegna) "In merito alla determinazione dell'indennità di espropriazione delle aree agricole in seguito alla sentenza della Corte Costituzionale n. 181/2011"
In caso di monetizzazione dei parcheggi pubblici, è ragionevole che il Comune, al fine di poter realizzare i parcheggi pubblici in prossimità della zona ove l’incremento insediativo si registra, richieda il pagamento di una somma corrispondente all’esborso necessario per acquisire aree collocate in zone omogenee a quelle di intervento (nel caso di specie, al valore venale delle aree edificabili in zona B).
Ai fini del rilascio dell’autorizzazione paesaggistica il Comune non deve tenere in alcun conto il parere della soprintendenza pervenuto tardivamente, attesa l’inesistenza di un parere emesso tardivamente, in quanto manifestato da un autorità che, per inosservanza del termine perentorio dettato dalla legge, non poteva più esercitare il relativo potere attribuitole.
In merito alla disciplina regionale relativa alla richiesta di riesame del permesso di costruire già assentito
Sono legittimi i “piani particolareggiati dell’arenile” che contengono limitazioni alla gestione di esercizi commerciali, al fine di garantire la tutela di ordinato assetto del territorio e di protezione dell’ambiente
- Integra un autonomo vizio del provvedimento comunale (eccesso di potere per contraddittorietà) la circostanza che una variante in corso d’opera, presentata per eliminare i vizi riscontrati dal comune rispetto ad una precedente variante, sia valutata negativamente per una motivazione mai in passato rappresentata all’interessato, con grave lesione dell’affidamento da questi riposto sulla assentibilità del progetto, laddove emendato dagli inconvenienti sottesi al primo diniego. - E' illegittimo un provvedimento comunale negativo, fondato sulla definizione di intervento edilizio stabilita dal RUE diversa da quella prevista dall’art. 3 del DPR n. 380 del 2001 (nel caso di specie secondo il RUE l’intervento rientrava nel concetto di restauro e risanamento conservativo e richiedeva il permesso di costruire; mentre avrebbe dovuto essere ascritto alla nozione di manutenzione straordinaria prevista dal testo unico dell’edilizia). - E' illegittimo che la Commissione per la Qualità architettonica e il paesaggio si pronunci su profili tecnico normativi, sui quali è priva di competenza (e non già su aspetti compositivi e architettonici dell’intervento che le sono propri).
È nulla, ai sensi dell’art. 21-septies, per difetto assoluto di attribuzione, l’autorizzazione paesaggistica rilasciata prima della conferenza di servizi con cui si svolge il procedimento unico di cui all’art. 12 D.Lgs. n. 387 del 2003. È altresì nullo l’atto con il quale, malgrado il motivato dissenso espresso in sede di conferenza di servizi dalla Soprintendenza competente sono state rilasciate in favore delle società interessate le autorizzazioni uniche regionali per realizzare gli impianti; quando invece l’amministrazione competente avrebbe dovuto senz’altro rimettere la questione al Governo nell’osservanza dell’art. 14-quater, comma 3, della L. 241 del 1990.
È legittimo richiedere il pagamento degli oneri di urbanizzazione in caso di frazionamento di un fabbricato produttivo, in quanto tale intervento comporta aumento del carico urbanistico, anche se non è accompagnato da lavori di ristrutturazione dell’intero fabbricato.
In merito al metodo adottato per determinare l'indennità di espropriazione, da corrispondere ai privati, in seguito alla sentenza della corte costituzionale n. 181/2011
La mera vicinanza di un'abitazione ad una discarica o ad un termoutilizzatore di rifiuti non legittima di per sé il proprietario frontista a proporre ricorso contro il provvedimento di approvazione dell'opera
E' illegittima la variante al PRG il cui procedimento di approvazione, per difetto di istruttoria, non tiene conto del rischio idrogeologico e non permette di stabilire con certezza la localizzazione in quanto la cartografia utilizzata è inadeguata
In merito all'utilizzazione del valore agricolo medio (VAM) quale criterio per la determinazione del corrispettivo della cessione volontaria di area non edificabile, in seguito alla pronuncia della Corte costituzionale n.181/2011
E' illegittima l'autorizzazione paesaggististica non coerente con il piano paesistico e carente di idonea motivazione
In merito all'istituto della "monetizzazione"degli standard urbanistici e alla responsabilità dovuta al mancato incameramento dei corrispettivi per l'effetto di un abbattimento percentuale disposto dal Comune
E' legittimo l'inserimento nella convenzione urbanistica di standards maggiori, ben potendo le parti nell'ambito del rapporto convenzionale concordarne ulteriori in base agli artt 1322 e 1372 del cc.
E' incostituzionale la legge regionale che prevede come criterio di ammissibilità delle offerte elementi connessi alla salute e sicurezza nel cantiere laddove le norme statali li configurano come criteri di valutazione delle offerte stesse
Il Comune è tenuto a risarcire il danno per il ritardo nella conclusione del procedimento edilizio, causato da negligenza nella fase istruttoria e dall'imprudenza nell'adozione di atti contradditori
E' legittimo il diniego di autorizzazione a presentare un PUA relativo alle aree di trasformazione produttiva qualora queste non siano ancora dotate di infrastrutture e servizi diretti a garantire la tutela della salute della sicurezza dell'ambiente
E' illegittima la prescrizione del PRG che pone limiti alla potenza di un impianto di telefonia mobile, in quanto diretta a fissare limti di esposizione ai campi eletromagnetici non di competenza comunale
In merito alla procedura per il conferimento di un incarico di consulenza in materia di pianificazione
In merito alla decadenza del titolo abilitativo in caso di sopraggiunta impossibilità di realizzare l'opera
In merito alla necessaria azione di vigilanza dal parte dell'amministrazione nei confronti del privato realizzatore delle opere di urbanizzazione, al fine di garantire la regolarità delle varie fasi dell'appalto
In merito alla determinazione dell'indennità di espropriazione delle aree agricole in seguito alla sentenza della corte costituzionale n. 181/2011 (ANNULLATA)