La Regione Emilia-Romagna presenta le Agende trasformative urbane per lo sviluppo sostenibile (ATUSS)

110 milioni di euro di fondi europei per cambiare il profilo delle città, più verdi e digitali. Enti locali protagonisti

La transizione ecologica e digitale accelera nelle città. Per trasformarle, renderle più vivibili, aperte, inclusive e sostenibili, per uno sviluppo urbano che promuova il lavoro di qualità e il rispetto dell’ambiente in Emilia-Romagna.

La Giunta regionale, nell’ambito della programmazione dei fondi europei 2021-2027, ha previsto il finanziamento di strategie territoriali integrate per il raggiungimento degli obiettivi del Patto per il Lavoro e per il Clima e dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, con il coinvolgimento diretto degli Enti locali e delle comunità. Alle strategie rivolte alle città e ai sistemi urbani intermedi ha dato il nome di A.T.U.S.S. (Agenda Trasformativa Urbana per lo Sviluppo Sostenibile), nella consapevolezza che solo un approccio multisettoriale e una programmazione condivisa con le comunità locali può raggiungere obiettivi così ambiziosi di transizione ecologica e trasformazione digitale.

La prima a essere presentata è quella con il Comune di Modena, dal titolo “Modena 2050, il futuro è adesso”: 5 i progetti candidati dalla realtà modenese, per un investimento complessivo superiore ai 20 milioni di euro, a cui si aggiunge il progetto per la realizzazione del nuovo ponte dell’Uccellino, che sarà presentato nei prossimi giorni assieme ai Comuni di Modena e Soliera e alla Provincia di Modena. 

 

Le ATUSS regionali

Le ATUSS coinvolgono le città e i sistemi territoriali urbani e intermedi, comprese le Unioni di Comuni con popolazione superiore ai 50mila abitanti e in possesso di determinati requisiti. Tra questi, nel caso delle Unioni di comuni, una sufficiente grado di maturità istituzionale e gestione associata delle funzioni più strettamente connesse all’elaborazione e attuazione di programmazioni strategiche. In tutto, le ATUSS sono 14: Piacenza, Parma, Reggio Emilia, Modena, Bologna, Ferrara, Forlì, Ravenna, Rimini, Cesena (con Mercato Saraceno, Montiano e Sarsina), Nuovo Circondario Imolese, Unione Terre d’Argine, Unione Bassa Romagna, Unione Romagna Faentina.

Ad esse si affiancano, con strategie diverse perché diverse sono le aree e le esigenze, le Strategie Territoriali Integrate per le Aree Montane e Interne (STAMI), che invece coinvolgono le aree e i territori più fragili e periferici dell’Emilia-Romagna, cioè gli Appennini e il Basso Ferrarese. Obiettivo di queste ultime è contrastare i divari territoriali, garantendo ovunque opportunità e servizi di prossimità, valorizzando identità e potenzialità dei singoli territori e dei singoli luoghi per attivare nuovi processi di sviluppo. Anche per le STAMI è previsto un percorso di investimenti, con un’assistenza tecnica dedicata che in queste realtà può rivelarsi decisiva.  

 

I fondi a disposizione

Una delle peculiarità delle strategie ATUSS è la possibilità di programmare in modo diretto e integrato i fondi strutturali europei, a partire da FESR (Fondo Europeo di Sviluppo Regionale) e FSE+ (Fondo Sociale Europeo Plus). Risorse da coordinare e ottimizzare anche per massimizzare gli effetti degli investimenti del PNRR.

Complessivamente, si tratta di 109,3 milioni di euro: 99,3 milioni del FESR e 10 milioni del FSE+. Nelle loro strategie, Comuni e Unioni hanno presentato 108 proposte: 14 riguardano le comunità digitali, 23 le infrastrutture verdi e l’energia rinnovabile, 53 la rigenerazione urbana, il cicloturismo, la cultura, 18 l’inclusione sociale e l’orientamento dei giovani.

Le prime strategie ad essere approvate dalla Regione sono state quelle di Modena, poi Rimini, Nuovo Circondario Imolese e Unione Terre d'Argine, che saranno illustrate in un ciclo di incontri sul territorio (la prossima presentazione è prevista a Carpi il 26 aprile).

  

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ultima modifica 2023-04-11T08:33:54+02:00
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