Vulnerabilità urbana e ricostruzione

Cosa fa la Regione

moduli_finale_emilia.jpgFino dagli anni ‘90, la Regione Emilia-Romagna,  in collaborazione con l’Istituto nazionale di Urbanistica INU, e il  medesimo Istituto,  in collaborazione con l’allora Servizio Sismico Nazionale hanno promosso,  studi, ricerche e pubblicazioni (pdf6.41 KB) per diffondere le migliori pratiche urbanistiche sviluppate per attuare l’art. 20 della legge 741/1981, in base al quale le Regioni devono emanare criteri per la formazione degli strumenti urbanistici ai fini della prevenzione del rischio sismico.

E’ noto che per valutare il rischio occorre combinare le  indagini sulla pericolosità di base e locale con quelle di esposizione e vulnerabilità (pdf325.02 KB): le Regioni hanno però fin qui normato soprattutto le analisi sulla componente del rischio relativa alla  pericolosità, lasciando in secondo piano lo studio delle componenti antropiche del rischio.

Oggi lo sviluppo di indirizzi nazionali e regionali ed il sostegno economico del Dipartimento nazionale  della Protezione Civile consentono un’estesa copertura del territorio regionale con indagini di microzonazione sismica e con analisi della Condizione Limite per l’Emergenza (CLE) (pdf4 MB), finalizzata alla salvaguardia degli elementi essenziali per la protezione civile. La crisi sismica in Emilia nel 2012, che ha prodotto importanti ripercussioni sul sistema economico ed insediativo, e la frequenza di eventi sismici più o meno significativi nel nostro territorio, rendono opportuno integrare tali conoscenze e svolgere nei Quadri conoscitivi della pianificazione ordinaria valutazioni di rischio sismico con i contenuti richiesti dalla normativa regionale in materia, così da poter assumere nella pianificazione efficaci politiche di prevenzione sismica.

Per la scala urbana, i recenti studi del Consiglio superiore dei lavori pubblici sui centri storici (ancora da implementare con la concreta esemplificazione di buone pratiche di pianificazione) sottolineano l’importanza di affiancare all’analisi della vulnerabilità dei singoli componenti anche l’analisi delle caratteristiche dei sistemi urbani determinanti l’attitudine al danno sismico, inteso come decadimento dei livelli di prestazioni di servizi, infrastrutture, residenza, produzione, ricreazione, ecc.. I suddetti studi del Consiglio Superiore permettono di inquadrare in ottica sistemica e, volendo, di integrare reciprocamente:

chiesa_sanfelice.jpgProprio queste ultime esperienze si è inteso riprendere e confrontare con i metodi più recenti di microzonazione e di CLE nei due seminari organizzati a Bologna il 10 ed il 17 giugno 2013 dal Gruppo di lavoro INU “Vulnerabilità sismica urbana e pianificazione” insieme con INU Emilia-Romagna e Regione Emilia-Romagna. Nei seminari si sono brevemente illustrati i principi:

  • del rilievo critico degli edifici aggregati e della progettazione  di interventi edilizi coordinati proposti  negli anni 1990 per i Piani di recupero redatti con i contributi del Progetto Recupero;
  • delle valutazioni preliminari e speditive di vulnerabilità dei sistemi urbani a cui appartengono i centri da recuperare (svolte nell’ambito dello Studio di Fattibilità dei medesimi Piani di Recupero).

I partecipanti ai seminari hanno dimostrato interesse per le due metodiche, consolidate poi negli anni 2000 con il Bando per i Contratti di Quartiere 2 (pdf22.6 KB), le Linee guida (pdf1.91 MB)per la relativa sperimentazione, e con il Progetto Interreg IIIB SISMA, e hanno chiesto di poter consultare direttamente i documenti citati nelle relazioni.

Con un intento esclusivamente culturale, il Servizio Pianificazione urbanistica, paesaggio e uso sostenibile del territorio rende perciò disponibili in rete i principali documenti regionali e alcuni dei documenti locali prodotti nei contesti sopra citati: al di là dei notevoli cambiamenti subentrati nella normativa nazionale e regionale, che decretano certamente il fabbisogno di manutenzione delle metodologie a suo tempo costruite, questi documenti comunque esemplificano un approccio al rischio sismico ancor oggi sostanzialmente innovativo che, anche in attesa di indirizzi regionali in materia:

  • dimostra la possibilità di realizzare nella pianificazione ordinaria sostenibili  valutazioni (almeno qualitative o semiquantitative) dei livelli di rischio esistenti nei vari ambiti del territorio, da cui costruire eventuali strategie di riduzione del rischio sismico e di attuarle con azioni combinate sulle tre componenti di pericolosità, vulnerabilità ed esposizione (R= P,V,E);
  • evidenzia il ruolo delle analisi urbanistiche dei tessuti edilizi nel facilitare la progettazione strutturale coordinata negli edifici aggregati ai sensi del Dm 14.1.2008 e della legge regionale 16/2012 per la ricostruzione;
  • permette una possibile lettura ex post del danno subito dai sistemi urbani durante e dopo la crisi sismica del maggio 2012.

Si ringraziano tutti gli enti ed i professionisti che hanno contribuito al reperimento e all’organizzazione dei materiali pubblicati, che la Regione avrà cura di integrare e completare a breve.

Esperienze significative in Emilia-Romagna

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ultima modifica 2024-03-04T10:57:11+01:00
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